Quasi nessun altro Paese è stato colpito dai dazi statunitensi quanto la Svizzera. Numerose aziende sono quindi sottoposte a una forte pressione e molte di esse stanno lottando per sopravvivere. La politica arbitraria dei dazi di Trump mette a rischio fino a 50 000 posti di lavoro nel nostro Paese.
A quanto pare, alcune ONG e gli attivisti di sinistra non hanno ancora capito la situazione. Invece di restare uniti e sostenere la nostra economia, vogliono gravare sulle aziende svizzere e imporre loro ulteriori regolamentazioni, burocrazia e ostacoli. Il Consiglio federale agisce correttamente respingendo l'iniziativa «Responsabilità delle imprese».
L'iniziativa affronta senza dubbio temi importanti come la protezione dell'ambiente e la tutela dei diritti umani, ma non avrebbe alcun effetto concreto sul campo. Al contrario, in Svizzera verrebbero introdotte norme che si spingono oltre anche rispetto agli standard europei, indebolendo così sensibilmente la competitività del nostro Paese. Quello attuale, sarebbe inoltre un momento particolarmente sfavorevole per mettere il bastone tra le ruote alle nostre aziende con norme severe.
Cosa c’è da fare
Anziché ulteriori oneri, in questo momento occorrono misure rapide e incisive per sostenere la competitività delle aziende svizzere e ridurre al minimo i danni economici legati all’attuale situazione. Solo così sarà possibile garantire posti di lavoro, il livello di salari e il nostro benessere. Le nostre aziende hanno bisogno di sicurezza nella pianificazione, condizioni competitive e un quadro normativo affidabile, in particolare costi di produzione e di regolamentazione più bassi.
Per questo motivo il PLR ha recentemente approvato un programma in nove punti volto a rafforzare l'economia svizzera. Le misure in esso contenute devono ora essere attuate rapidamente.