Il PLR sostiene l’estensione del certificato COVID, ma a chiare condizioni

Preservare le nostre libertà, evitare il sovraccarico per gli ospedali

La situazione sanitaria in Svizzera rimane seria e il Consiglio federale ha già annunciato che, in caso di ulteriore peggioramento, l’utilizzo del certificato COVID sarà esteso. Se sarà il caso, dovranno essere applicate regole chiare per l’utilizzo del certificato. L’unico obiettivo di questo genere di strumento è infatti quello di evitare misure più restrittive e liberticide. Inoltre, dobbiamo proteggere la nostra infrastruttura ospedaliera dal rischio sovraccarico ed evitare in ogni modo che l’economia risulti ulteriormente indebolita. Laddove l’utilizzo del certificato COVID sarà esteso, le altre restrizioni (obbligo della mascherina, limiti di occupazione, distanze di sicurezza, ecc.) dovranno essere revocate.

Finché il tasso di vaccinazioni in Svizzera non avrà raggiunto un livello significativo, il COVID-19 continuerà a dettare l’agenda. Allo stato attuale, abbiamo raggiunto soltanto il 52% di immunizzati in media e questo mentre gli ospedali segnalano tassi d’occupazione dei letti quasi da tutto esaurito nelle unità di cure intensive. Le recenti campagne di vaccinazione promosse dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sembrano infatti avere un effetto limitato. Per evitare nuove misure drastiche per la società e l’economia, sono necessari sforzi supplementari per far crescere il tasso di vaccinazione. Tuttavia, siccome questo obiettivo non può essere raggiunto immediadtamente, il PLR sostiene il Consiglio federale nella suca scelta di estendere il certificato COVID, ma non a tutti i costi. Affinché una larga maggioranza della popolazione accetti questa misura, è fondamentale che il Consiglio federali fissi una serie di condizioni cchiare. Solo in questo modo la decisione sarà sostenuta anche da una fetta importante della popolazione come misura necessaria per sconfiggere la pandemia.

  • Un inizio e una fine chiari: se l’obbligo del certificato COVID sarà esteso, saranno necessari criteri chiari, trasparenti e facili da attuare per revocare la misura. Il punto di riferimento dovrà essere il numero di ospedalizzazioni giornaliere e il tasso di occupazione dei letti nei reparti di cure intensive. Se gli ospedali non dovessero risultare sovaccarichi, l’obbligo del certificato COVID dovrà essere immediatamente revocato.
  • Coerenza con l’obbligo della mascherina: laddove l’utilizzo del certificato COVID sarà esteso, le altre restrizioni in vigore (obbligo della mascherina, limiti di occupazione, distanze di sicurezza, ecc.) dovranno essere revocate.
  • Tasso d’immunizzazione: per valutare il tasso d’immunizzazione della popolazione è necessario considerare, oltre al numero di persone vaccinate, anche il numero di persone guarite. Queste cifre vanno rese pubbliche.
  • Test sierologici: in caso di bisogno, la Confederazione deve farsi carico di un test sierologico a persona. Se il test dimostra che la persona è stata infettata dal COVID-19, il certificato dovrà essere rilasciato anche dopo la prima dose di vaccino.
  • Rientri dalle vacanze: di fronte a rientri dalle vacanze in destinazioni con alti tassi di infezione, il certificato COVID dovrà essere controllato all’entrata in Svizzera. Se il certificato è mancante o se è stato falsificato, devono essere ordinati test supplementari oppure una quarantena. Tuttavia, respingiamo l’ipotesi di un obbligo di quarantena generalizzata per le persone vaccinate.

PLR.I Liberali Radicali. Avanti insieme.

Petra Gössi
Andrea Caroni
Philippe Nantermod
Olivier Feller
Arnaud Bonvin