Il Consiglio federale ha pubblicato oggi, venerdì, i testi dei nuovi accordi con l'UE. Si conclude così un periodo di speculazioni. Mentre l'UDC, ignorando i fatti, evocava la fine imminente per il nostro Paese, altri sostenitori a prescindere davano prematuramente il loro consenso. Ma la Svizzera ha bisogno di maggiore onestà e realismo. La via bilaterale offre al nostro Paese importanti vantaggi, ad esempio ci protegge da 25 anni dall'adesione all'UE, pur rimanendo parte integrante del mercato europeo. È però altrettanto onesto riconoscere che le nostre relazioni con l'UE comportano anche degli obblighi e limitano la Svizzera in alcuni ambiti.
Nell’interesse di tutta la popolazione
I nuovi accordi mirano a continuare a garantire alla Svizzera i vantaggi della via bilaterale. Allo stesso tempo, è chiaro che formalizzano anche alcuni dei nostri impegni nei confronti dell'UE. Vantaggi o impegni: cosa è più vantaggioso per la popolazione? A partire da oggi, il PLR esaminerà i nuovi accordi sulla base di questa domanda.
A questo scopo, nel dicembre 2024 il PLR ha istituito un gruppo di dodici membri che elaborerà le proposte di posizionamento del partito da sottoporre all'Assemblea dei delegati. All'interno del nostro partito, l'ultima parola spetta infatti ai delegati e non ai vertici del partito. Il 18 ottobre prossimo, si deciderà quindi quale posizione assumerà il PLR.
Fermare i sindacati
Che la valutazione finale sia positiva o meno, il PLR non accetterà in nessun caso un attacco da parte della sinistra al mercato del lavoro liberale. Le richieste radicali del PS e dei sindacati - che minacciano il benessere, gli impieghi e la prosperità di tutti i cittadini - devono essere rimandate al mittente in Parlamento.
In generale, il PS, l'UDC e i sindacati offrono ancora una volta un quadro desolante. Visto che l'UDC sabota i bilaterali ad ogni occasione, la sinistra può avanzare richieste ricattatorie. I dirigenti sindacali agiscono inoltre in modo del tutto incoerente: da un lato sono favorevoli ai nuovi accordi, dall'altro ne rifiutano parti importanti, come l'apertura del mercato dell'energia elettrica. Proprio quest'ultima rappresenta una richiesta di lunga data del PLR. Un accordo sull'energia elettrica con l'UE rafforzerà la concorrenza e la sicurezza dell'approvvigionamento in Svizzera. L'apertura del mercato dell'energia elettrica porterebbe a prezzi più bassi e alleggerirebbe i costi dell'elettricità per il ceto medio e le PMI.
Assumersi le proprie responsabilità!
Il PLR invita ora tutte le forze costruttive del Paese a esaminare attentamente i pro e i contro dei nuovi accordi con l'UE. Un po’ di calma non guasterebbe. Sia i sostenitori sia gli oppositori devono ricordare che, con o senza nuovi accordi, il nostro Paese continuerà ad esistere.
Non va però dimenticato che, in questo contesto, l'irresponsabile iniziativa “per la limitazione” dell'UDC pende come una spada di Damocle sul nostro Paese. Questa iniziativa annienterebbe la via bilaterale, sia i vecchi accordi sia i possibili nuovi. Il fatto che proprio l'UDC chieda una cosa del genere dimostra una totale perdita di contatto con la realtà. Senza i collaudati accordi bilaterali I e II, la Svizzera diventerebbe l'ultima spiaggia per i richiedenti l’asilo respinti da tutta Europa, con conseguente massiccia migrazione di richiedenti verso il nostro Paese.