Riduzione dei dazi doganali: non è il momento di esultare

Il Consiglio federale ha evitato il peggio. Invece di continuare ad imporci dazi doganali del 39%, il presidente americano Donald Trump si accontenta ora di un aumento «solo» del 15%. Il PLR si congratula con il Consiglio federale per questo successo parziale. Nei prossimi giorni occorrerà però esaminare attentamente quale sarà il prezzo di questo accordo.

L'annuncio di oggi è comunque un successo, che dimostra come la perseveranza del Consiglio federale negli ultimi mesi abbia dato i suoi frutti. Grazie agli investimenti del settore privato per un importo di circa  200 miliardi di dollari, il presidente americano ha accettato di ridurre i dazi doganali - punitivi e arbitrari - sui prodotti svizzeri dal 39% al 15%. La Svizzera ha così ottenuto un risultato paragonabile a quello dell'UE. Inoltre, il settore farmaceutico continua ad essere risparmiato da questi dazi punitivi.

Questo accordo è tuttavia solo una tappa intermedia di un processo molto più lungo. È ad esempio evidente che tutte le richieste volte a limitare l'autonomia della Svizzera in materia di esportazioni o sanzioni dovranno essere chiaramente respinte. Ora si tratta di esaminare attentamente questo accordo con gli Stati Uniti e di pianificare le prossime tappe. È inaccettabile che il presidente americano metta in discussione accordi già conclusi a suo piacimento. È quindi essenziale che i negoziati successivi si svolgano nel rispetto dello Stato di diritto e secondo le regole prescritte.

In quanto piccola economia aperta al mondo, la Svizzera dipende da mercati aperti e relazioni internazionali stabili. L'economia elvetica risente in modo particolarmente severo di queste barriere commerciali arbitrarie. E gli effetti a lungo termine sono ancora più gravi. Finora gli Stati Uniti facevano parte delle democrazie liberali classiche, che agivano nel rispetto delle regole. In pochissimo tempo, tuttavia, Donald Trump ha promosso l'incertezza e l'inaffidabilità a principio politico. La Svizzera e il Consiglio federale devono quindi trovare la via giusta per affrontare questa situazione.

Limitarsi a lamentarsi sarebbe però troppo facile. La Svizzera deve affrontare i problemi che sono sotto il suo controllo. Si tratta quindi ora di migliorare le condizioni quadro per le PMI e le imprese in Svizzera. In questo periodo di incertezza globale, è fondamentale che la Svizzera rafforzi la sua posizione per garantire posti di lavoro, salari e prosperità. Dobbiamo anche sviluppare gli accordi di libero scambio esistenti e concluderne di nuovi in modo da ampliarci a nuovi mercati. Inoltre, dobbiamo mantenere delle relazioni stabibi e affidabili con l’UE, il nostro principale partner commerciale. In quanto partito liberale radicale, il PLR è favorevole all'apertura dei mercati, a relazioni internazionali affidabili e all'abolizione delle barriere commerciali. Le contromisure doganali, le minacce e la legge del più forte non hanno posto in questo contesto