Oggi il Consiglio federale ha presentato i suoi piani per l'AVS a partire dal 2030. Questa riforma è attesa da tempo, infatti, negli ultimi anni il Consiglio federale aveva più volte lasciato intendere che avrebbe preso in considerazione misure strutturali. Ma sembra che questa promessa non sia stata mantenuta.
PMI e imprenditori spremuti come limoni
Questa pseudo-riforma dell’AVS consite essenzialmente in imposte e tasse supplementari per le PMI e gli imprenditori. A ciò si aggiungono i nuovi contributi salariali e l’aumento dell’IVA, già annunicati in precedenza. Con la presunta riforma presentata oggi, le imprese sono definitivamente condannate a diventare una vacca da mungere. Per giunta, in un momento in cui molte PMI sono già sottoposte a forti pressioni a causa dell’aumento dei costi e dei dazi doganali.
L’elenco delle nuove imposte e tasse proposte dal Consiglio federale è lungo:
- Le indennità giornaliere di malattia dovranno essere soggette a detrazioni AVS.
Questo denaro mancherà alle persone interessate, oppure sarà necessario aumentare i contributi assicurativi del datore di lavoro. Alla fine il conto lo pagheranno gli assicurati e le imprese.
- Contributi AVS per gli imprenditori. Chiunque si metterà in proprio, ovvero aprirà anche solo una piccola impresa, dovrà pagare pagare contributi AVS più elevati.
- La Confederazione attacca i dividendi delle PMI. Le società a responsabilità limitata di successo saranno tassate maggiormente. Concretamente, ora, a partire da una certa soglia, i dividendi elevati sono considerati salari soggetti all’assicurazione sociale. In futuro, il fatto che un imprenditore si versi già un salario adeguato e paghi i contributi AVS obbligatori non avrà più alcuna importanza. In conclusione, ancora una volta, le PMI e gli imprenditori vengono spremuti come limoni.
L'AVS ha bisogno di un freno all’indebitamento
L’unico punto positivo di questa pseudo-riforma del Consiglio federale è il nuovo meccanismo di intervento proposto. Questo meccanismo prevede che il Consiglio federale debba proporre un risanamento quando l’AVS si trova in difficoltà. È finalmente giunto il momento di introdurre un tale freno all’indebitamento.
Tuttavia, il Dipartimento federale dell’interno non vuole definire nel “meccanismo d’intervento” le misure di risanamento, ma semplicemente deciderle a breve termine. È ovvio che, in caso di emergenza, il Consiglio federale non farebbe altro che aumentare nuovamente i contributi salariali, l’IVA o inventare senza ulteriori indugi una nuova tassa.
Il PLR si batterà attraverso un referendum a qualsiasi riforma dell’AVS che penalizzi il ceto medio e le PMI.
Non si può continuare così. Il PLR esige un meccanismo trasparente e vincolante per riformare l’AVS in modo equo. Non appena il primo pilastro sarà sbilanciato, il deficit di finanziamento dovrà essere colmato almeno per la metà con un moderato adeguamento dell’età di pensionamento. Ciò sarebbe equo e giusto per tutte le generazioni e ci impegneremo in tal senso in Parlamento. Non sosterremo più progetti AVS che puntano esclusivamente su entrate supplementari e, se necessario, lanceremo un referendum. Questo è l’unico modo per proteggere la popolazione attiva e le PMI dalla politca dannosa dei partiti di sinistra.