AVS: totalmente distanti dal ceto medio

La Consigliera federale socialista Elisabeth Baume-Schneider ha presentato oggi le sue proposte per la riforma dell'AVS. Vere riforme e risposte chiare alle sfide demografiche? Neanche per sogno. Ha scelto invece la strada più semplice e più dannosa: l'aumento dei contributi salariali e l'aumento dell'IVA. Questo indebolisce i salari del ceto medio e incide negativamente sul potere d’acquisto.

La ministra degli Interni PS sta mettendo le mani nelle tasche del ceto medio: vuole introdurre detrazioni più elevate dai salari e prezzi più alti per i consumi. A causa delle promesse pensionistiche fatte senza garantirne il finanziamento, il “centro-sinistra” dovrà trovare il modo di raccogliere oltre 11 miliardi di franchi all'anno con questa riforma. Applicato a tutte le famiglie, ciò significa un onere annuo aggiuntivo di circa 3.000 franchi l’anno a famiglia. 

Ancora una volta, chi punta la sveglia ogni mattina, lavora e cresce i propri figli - e non chiede l'elemosina dello Stato, ma gestisce in prima persona le proprie necessità quotidiane - dovrà farsi carico di questo onere. E sono milioni di svizzeri che si assumono le proprie responsabilità e vogliono potersi permettere qualcosa di tanto in tanto. L'aspetto particolarmente cinico è che le famiglie, che per natura consumano di più, saranno colpite in pieno dalla combinazione programmata di salari più bassi e prezzi all’acquisto più alti. In futuro si troveranno di fronte a una scelta scomoda: niente vacanze? Niente lezioni di musica per i bambini? O spaghetti per il menu di Natale? Il sogno di una casetta con giardino sarà già una lontana prospettiva.

È sorprendente che una riforma così unilaterale provenga da un dipartimento guidato dal PS – ossia da un partito che ama presentarsi come guardiano della giustizia sociale.

Promesse non mantenute invece di lungimiranza

Anche tutti coloro che preferirebbero lavorare qualche mese in più durante la loro vita lavorativa piuttosto che ricevere uno stipendio annuo più basso, probabilmente rimarranno sorpresi. Durante la campagna referendaria sull'iniziativa sulle pensioni del PLR, il Dipartimento federale dell'interno (DFI) aveva promesso di concentrarsi su misure strutturali nella riforma successiva. All'epoca aveva dichiarato: “Un aumento dell'età di riferimento oltre i 65 anni, per uomini e donne, è una misura giustificata come adeguamento all'evoluzione dell'aspettativa di vita e come contributo per garantire il finanziamento dell'AVS”. Oggi la Consigliera federale Baume-Schneider non sta mantenendo questa promessa.

Il PLR chiede una vera riforma

Il PLR è contrario a questa riforma. Siamo invece a favore di un'AVS forte e solida, per le generazioni di oggi e per quelle future. Ma questo è possibile solo con una riorganizzazione sostenibile, equilibrata e realistica. La riforma presentata oggi non soddisfa in nessun modo questi requisiti. Il Parlamento deve urgentemente apportare dei miglioramenti. La nostra AVS deve essere stabile a lungo termine, senza imporre oneri finanziari sempre maggiori al ceto medio che lavora, alle famiglie e alle PMI. 

 

PLR.I Liberali Radicali – Noi costruiamo una Svizzera forte!

Thierry Burkart
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